Gruppo guidato da Carola Eva
Ilaria Bertocchi
Contacts:
Tel +39 011 670 6608
Fax +39 011 236 7718
e-mail: ilaria.bertocchi@unito.it
Born in Turin, 13.04.1982 - Italian
Education
2011 PhD in Pharmacology and Experimental and Clinic Therapy, University of Turin, Italy
2006 Master’s degree in Molecular Biotechnology (summa cum laude), University of Turin, Italy
Current position
Research Associate (RTD-A) in Pharmacology (BIO/14)
Previous positions
2016-2018. Senior Post-doc Fellow (Assegnista di Ricerca). Department of Neuroscience Rita Levi Montalcini and Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi (NICO), University of Turin, Italy.
2011-2015. Post-doc Fellow at the Max Planck Institute for medical research, Heidelberg (Germany). PI: Prof. Rolf Sprengel
2006-2011.PhD student, Department of Pharmacology and Experimental and Clinic Therapy, University of Turin, Italy. PI: Prof. Carola Eva
Scientific interests
Neuropeptide Y (NPY) modulation of different behaviors via limbic Y1 receptor (Npy1r).Long-lasting impact of early-life stress on the brain limbic system, leading to vulnerability to psychological disorders in adulthood. Experience-dependent formation of a specialized extracellular matrix on neurons, named “perineuronal net” (PNN). Role of plasticity modulators in influencing neuronal communication within specific networks and, in turn, behavior. Systems plasticity in learning and memory.
Role in research
Lead responsible of research on Neuropsychopharmacology as abehavioral neuroscientist.
Publications:
News
Rare Disease Day: le ricerche del NICO dedicate alla Sindrome X fragile
La sindrome dell’X-Fragile (FXS) è la principale causa monogenica di ritardo mentale di tipo ereditario, la seconda causa di disabilità intellettiva su base genetica dopo la sindrome di Down. A oggi non esiste né una cura né alcuna terapia approvata.
Le ricercatrici del gruppo NICO di Neuropsicofarmacologia stanno focalizzando i loro studi sul ruolo delle reti perineuronali (PNN).
Alterazioni nella formazione delle PNN sembrano infatti essere uno dei meccanismi alla base di diversi disordini del neurosviluppo: approfondire il loro studio ha l'obiettivo di individuare nuovi target terapeutici.
Il recettore NPY-Y1 controlla l'apprendimento spaziale e l'espressione delle reti perineuronali
Lo studio del nostro gruppo di Neuropsicofarmacologia - pubblicato su Neuropharmacology - suggerisce per la prima volta la presenza di un collegamento funzionale tra trasmissione NPY-Y1R e reti perineurali, un link funzionale che può svolgere un ruolo chiave nel controllo dell'eccitabilità dell’ippocampo dorsale e delle funzioni cognitive da esso regolate.
Le differenze di sesso influenzano l'impatto della manipolazione genica sul metabolismo e sul comportamento
Cervello e ormoni gonadici interagiscono nel controllare le funzioni metaboliche e comportamentali in modo sesso-dipendente. Tuttavia, la maggior parte della ricerca neuroscientifica traslazionale relativa a modelli animali di disturbi endocrini e psichiatrici viene spesso condotta solo su soggetti maschi.
In questa review le nostre ricercatrici del gruppo di Neuropsicofarmacologia suggeriscono come una maggiore conoscenza di tali differenze sia utile per lo sviluppo di terapie più mirate per una varietà di disturbi legati al sesso, come la sindrome metabolica, l’osteoporosi e la dipendenza da etanolo.
Maschi e femmine: uno studio sui meccanismi che regolano le differenze sessuali dell’attività cerebrale
Le differenze di sesso influenzano il cervello, il comportamento, le funzioni metaboliche e contribuiscono alla vulnerabilità alle malattie. Tuttavia, i meccanismi alla base delle differenze sessuali dell'attività cerebrale sono ancora poco noti.
Le nostre ricercatrici del gruppo di Neuropsicofarmacologia hanno analizzato l'inattivazione condizionale del gene Npy1r nei topi, osservando che induce differenze legate al sesso delle funzioni metaboliche e comportamentali.
SCOPERTE NELL’IPOTALAMO LE TRACCE DELLA MEMORIA
Lo studio pubblicato su Neuron scalfisce il dogma che colloca principalmente nell’ippocampo la formazione dei ricordi.
È possibile attivare o bloccare l’espressione della paura controllando selettivamente i neuroni ipotalamici che producono ossitocina. La scoperta di un team di ricerca europeo, rappresentato in Italia da noi del NICO – Università di Torino. Comprendere i circuiti nervosi che sottendono la memoria della paura può aiutare nel trattamento di disordini psichiatrici come l’ansia, in cui la paura si trasforma da risorsa per la sopravvivenza a fenomeno patologico.