Regolamentazione dei distruttori endocrini in Europa: un approccio basato sulla ricerca scientifica

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13/06/2016
Regolamentazione dei distruttori endocrini in Europa: un approccio basato sulla ricerca scientifica

Regolamentazione dei distruttori endocrini in Europa:
un approccio basato sulla ricerca scientifica

La Commissione europea era tenuta per legge a fornire criteri per l'identificazione di composti con azione di interferenti endocrini, denominati correntemente Endocrine Disrupting Chemicals (EDCs), entro il 2013. Questo processo è stato bloccato per quasi tre anni, chiamando in causa una supposta mancanza di consenso scientifico e la necessità di studi di valutazione d'impatto.

In un precedente commento pubblicato sulla rivista scientifica Environmental Health Perspectives, un gruppo di ricercatori di varie università europee ed USA, comprendenti anche il prof. Giancarlo Panzica di UNITO e del NICO, hanno dimostrato che le incertezze sulla definizione scientifica di EDC sono in realtà molto poche, e che a queste molecole potrebbe essere applicato lo stesso approccio utilizzato per l'identificazione e la regolamentazione delle sostanze cancerogene (1).

Dopo la pubblicazione di questo commento, si è tenuto un convegno (11-12 aprile 2016) al fine di stilare un documento per stabilire un consenso scientifico sulla definizione di EDCs. Il workshop ha concluso che la definizione più rilevante di EDC sia quella dell’Organizzazione Mondiale di Sanità (OMS): sostanza o miscela esogena che altera il funzionamento del sistema endocrino e di conseguenza provoca effetti negativi sulla salute di un organismo intatto o della sua progenie, di popolazioni o sottogruppi di popolazione (2).

All’inizio di giugno il Parlamento europeo ha votato a larghissima maggioranza (593 a favore, 57 contro e 19 astenuti) una risoluzione che obbliga la Commissione a rilasciare al più presto il regolamento sulla classificazione delle molecole come EDCs, e che tale regolamento deve fare riferimento su criteri scientifici basati sul pericolo determinato dall’esposizione a tali composti, indipendentemente da altre considerazioni, in particolare quelle di carattere economico (3).

Nell’attesa che la Commissione europea si pronunci, il Prof. GianCarlo Panzica e altri 8 ricercatori dell'Università di Grenoble Alpes, del CNRS e Museum national d’histoire naturelle (Francia), del CHU di Liegi (Belgio), dell'Università di Nottingham e della Brunel University di Londra (UK), del Centro per le Ricerche Tossicologiche Svedese, dell'Università del Massachusetts (Amherst, USA), e dell’Università di New York (NY, USA) 
hanno pubblicato oggi su The Lancet: Diabetology and Endocrinology un altro commento alla situazione di stallo in cui si trova la legislazione europea sui EDCs.

Gli autori descrivono l'approccio utilizzato per l'identificazione di altre sostanze a rischio per la salute, come gli agenti cancerogeni o le sostanze tossiche per la riproduzione.
Questa identificazione si basa su una classificazione semplice con 3 livelli basati sul pericolo di esposizione. Le 3 categorie corrispondono a: "distruttori endocrini", "sospetti distruttori endocrini" e "sostanze attive a livello endocrino" (sostanze che alterano il sistema endocrino senza determinare palesi effetti nocivi per la salute).

La suddivisione in queste categorie è una delle opzioni proposte dalla Commissione europea (opzione 3) nella sua roadmap pubblicata l’anno scorso. L'inclusione di altre considerazioni (sulla potenza o sull'effetto dose-risposta) modificherebbe lo spirito delle leggi per regolamentare i pesticidi ed i biocidi, che richiedono una gestione basata sul pericolo (e non sul rischio).
Nell’opzione 4, la Commissione ha proposto l’utilizzo di una definizione binaria (distruttori endocrini e non-distruttori endocrini), basata sulla potenza e su studi di valutazione d’impatto.

Infine, i ricercatori affermano che la determinazione dei criteri scientifici per valutare l'inclusione di una sostanza in una delle tre categorie non può basarsi su studi di valutazione d'impatto, che non sono stati pensati per definire i pericoli, ma per quantificare l'impatto sanitario, sociale ed economico delle normative. Rovesciare questa logica sarebbe un precedente pericoloso e contrario alla decisione della Corte di Giustizia europea che ha dichiarato che "la definizione di criteri scientifici per identificare le sostanze che perturbano il sistema endocrino può essere fatto solo in maniera obiettiva sulla base di dati scientifici relativi al sistema endocrino, indipendente da ogni altra considerazione, e in particolare da qualsiasi considerazione economica".

Gli autori riconoscono che permangono incertezze sul piano scientifico riguardanti i fini dettagli dei meccanismi d’azione degli EDCs, l’esatta estensione dei danni alla salute, degli effetti ambientali ed il loro impatto a livello di popolazione. E’ anche incerto il numero delle sostanze che possono essere identificate come EDCs; tuttavia, la definizione dei criteri scientifici per l’identificazione degli EDCs non dipende da quando queste lacune saranno colmate ed è operativa già oggi.

In qualità di ricercatori esperti in questo campo dell’endocrinologia, gli autori affermano che la scienza ha oggi tutti gli argomenti necessari per l’implementazione di criteri per l’dentificazione di EDCs. Tali criteri sono congruenti con una delle opzioni già formulate dalla Commissione europea (opzione 3) e quindi si dichiarano fiduciosi che, a tutela della salute pubblica, vengano promulgati regolamenti basati sulle evidenze scientifiche disponibili.

(1) Slama R, Bourguignon JP, Demeneix B, Ivell R, Panzica GC, Kortenkamp A, Zoeller RT. Scientific issues relevant to setting regulatory criteria to identify endocrine disrupting substances in the European Union. Env Health Perspect 2016; published online April 25. DOI:10.1289/EHP217.
(2) WHO. Global assessment of the state-of-the-science of endocrine disruptors. WHO/PCS/EDC/02.2. www.who.int (accessed June 2, 2016).

(3) European Parliament resolution of 8 June 2016 on endocrine disruptors: state of play following the judgment of the General Court of the European Union of 16 December 2015 (2016/2747(RSP). www.europarl.europa.eu (accessed June 8, 2016)
(4) Bourguignon J-P, Slama R., Bergman A., Demeneix B., Ivell R., Kortenkamp A.,
Panzica G., Trasande L., Zoeller R.T. Science-based regulation of endocrine disrupting chemicals in Europe: which approach? The Lancet: Diabetology & Endocrinology 2016; published online June 14. DOI: 10.1016/S2213-8587(16)30121-8

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