Un nuovo bersaglio terapeutico per la SLA

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31/03/2020
Un nuovo bersaglio terapeutico per la SLA

Disease Models and Mechanisms, 18 marzo 2020
Un nuovo bersaglio terapeutico per la SLA

Nurr1, fattore di trascrizione con ruolo importante nel modulare il processo infiammatorio, potrebbe rallentare la patologia nelle sue fasi iniziali. Lo dimostra lo studio guidato da Valeria Valsecchi e Marina Boido del nostro gruppo di Sviluppo e patologia del cervello.

Valeria Valsecchi1 2 3*, Marina Boido4 2*, Francesca Montarolo2 5, Michela Guglielmotto4 2, Simona Perga4 2 5, Serena Martire2 5, Santina Cutrupi6, Andrea Iannello6, Nadia Gionchiglia2, Elena Signorino2, Andrea Calvo7 8, Giuseppe Fuda7 8, Adriano Chiò7 8, Antonio Bertolotto2 5, Alessandro Vercelli4 2

*questi autori hanno ugualmente contribuito all’articolo

boido - web

La sclerosi laterale amiotrofica (SLA) è una grave malattia neurodegenerativa, con un’incidenza annuale di 3/100.000 persone. Colpisce i motoneuroni somatici, le cellule del sistema nervoso centrale che controllano la contrazione dei muscoli volontari: la loro progressiva degenerazione causa paralisi e atrofia muscolare, disturbi nella deglutizione, fonazione e respirazione.

In pochi casi la SLA è familiare (cioè ereditaria), mentre nella maggior parte dei casi è sporadica: si tratta dunque di una malattia multifattoriale, anche per questo motivo non è ancora stato identificato un trattamento efficace.

TG fase iniz

La neuroinfiammazione è uno dei fenomeni cellulari che caratterizza la SLA. Partendo da questo presupposto Valeria Valsecchi e Marina Boido del gruppo NICO di Sviluppo e patologia del cervello, guidato dal Prof. Alessandro Vercelli, hanno individuato nel fattore di trascrizione Nurr1 un nuovo potenziale bersaglio terapeutico. Si tratta di un fattore di trascrizione che gioca un ruolo importante nella modulazione del processo infiammatorio in altri disturbi neurologici, come la malattia di Parkinson e la sclerosi multipla.

SOD fase inziale

Lo studio - pubblicato sulla rivista Disease Models and Mechanisms - e realizzato con i colleghi del gruppo di Neurobiologia clinica del Dott. Antonio Bertolotto e i clinici del Centro Regionale Esperto per la SLA guidato dal Prof. Adriano Chiò (del Dipartimento di Neuroscienze Rita Levi Montalcini UniTo - AOU Città della Salute e della Scienza di Torino), dimostra per la prima volta che i livelli di espressione di Nurr1 sono aumentati nel sangue dei pazienti affetti da SLA.

Per meglio comprendere la funzione di Nurr1, le ricercatrici hanno studiato in modo approfondito un modello murino di SLA, osservando un significativo incremento della sua espressione nel midollo spinale, in particolare durante la fase asintomatica e sintomatica precoce della malattia. La sua attivazione promuove inoltre la sovraregolazione di un importante fattore neurotrofico (il BDNF) e la repressione di molecole pro infiammatorie (come NF-kB e iNOS).

Immagine1 per didascalia (1)
Immagine di midollo spinale, in fase precoce di SLA: sono visibili motoneuroni (SMI-32 positivi, in verde), che esprimono a livello nucleare Nurr1 (in rosso). I nuclei sono marcati in azzurro (Dapi).

Questi risultati permettono di ipotizzare che - quantomeno nelle prime fasi della malattia - Nurr1 sia attivato come meccanismo endogeno di sopravvivenza, e sia probabilmente in grado di rallentare inizialmente la patologia: tuttavia il suo contributo non è sufficiente ad arrestarne la progressione, e nelle fasi terminali il suo ruolo viene meno.

Sulla base di queste osservazioni, Nurr1 potrebbe dunque rappresentare un biomarcatore e un bersaglio promettente per nuove terapie per la SLA.

Department of Neuroscience Rita Levi Montalcini, University of Turin, via Cherasco 15, 10126, Turin, Italy valsecchiv@yahoo.com.
2 Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi (NICO), University of Turin, Regione Gonzole 10, 10043, Orbassano, Turin, Italy.
3 Department of Neuroscience, Reproductive and Dentistry Sciences, University of Naples "Federico II", via S.Pansini 5, 80131, Naples, Italy.
4 Department of Neuroscience Rita Levi Montalcini, University of Turin, via Cherasco 15, 10126, Turin, Italy.
Neurobiology Unit, Neurology - CReSM (Regional Referring Center of Multiple Sclerosis), AOU San Luigi Gonzaga, Regione Gonzole 10, 10043, Orbassano, Turin, Italy.
6 Department of Clinical and Biological Sciences, University of Turin, Regione Gonzole 10, 10043, Orbassano (TO), Italy.
7 Department of Neuroscience Rita Levi Montalcini, Amyotrophic Lateral Sclerosis Expert Center (CRESLA), University of Turin, via Cherasco 15, 10126, Turin, Italy.
8 University Hospital Città della Scienza e della Salute, corso Bramante 88, 10126, Turin, Italy.

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