LE VOSTRE DOMANDE - Le staminali possono favorire la rigenerazione dei neuroni?

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24/08/2020
LE VOSTRE DOMANDE - Le staminali possono favorire la rigenerazione dei neuroni?

Le staminali possono favorire la rigenerazione dei neuroni?

Agosto 2020

Mi chiamo G.R. e ho 36 anni sono mamma di un bambino di 3 anni. Circa 2 anni fa una brutta ernia al disco all'altezza di l4/l5 è fuoriuscita dal midollo e mi hanno operato d'urgenza nell'ospedale della mia provincia. Con il passare del tempo dalla sedia a rotelle ho ripreso a camminare. La diagnosi però fu sindrome della cauda equina. Sempre con il passare del tempo ho imparato ad effettuare l'autocateterismo. Ad oggi sto meglio ma i miei problemi riguardano i nervi che vanno da s1 ad S4 quindi problemi sfinterici vescicali e la camminata che è complicata perché non sento né piego le punte. Sa con un bambino piccolo la vita è diversa e so che tante gioie non le potrò godere.

C'è qualcosa con le staminali o quant'altro che può permettermi in parte la rigenerazione dei neuroni?

 

Risponde il direttore del NICO, Prof. Alessandro Vercelli
Responsabile del gruppo di ricerca di Sviluppo e patologia del cervello

Cara Signora, 
Mi spiace leggere quanto le è successo. Purtroppo le terapie con cellule staminali sono molto sperimentali, si stanno sperimentando su modelli animali e, anche se qualche collega le prova un po' avventatamente sull'uomo, in realtà non si sono mai avuti miglioramenti consistenti e di solito il risultato migliore riferito è che non hanno provocato danni. Dato positivo, perché magari non hanno effetti collaterali negativi, ma non abbastanza per correre i rischi di una operazione. 

A parte questo, per la sua situazione mi sono consultato anche con un collega neurochirurgo, ed effettivamente la riabilitazione che lei sta sicuramente facendo se è migliorata nel tempo può dare dei risultati a lungo termine. In Italia sono presenti degli ottimi centri di riabilitazione e unità spinali.

Per avere una prospettiva più a lungo termine, si stanno sperimentando a livello di bioingegneria molti devices biotecnologici (ad esempio, stimolatori elettrici) che possono aiutare a controllare la continenza urinaria... su questo si stanno facendo passi da gigante.

Insomma, io continuerei a impegnarmi nella riabilitazione, tenendo le orecchie aperte e rimanendo in contatto con chi si occupa di queste patologie a livello di ricerca, per sapere quando le terapie sperimentali diventeranno di uso comune e potranno essere proposte in sicurezza e con prospettive serie di riuscita.

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