App e Robot per combattere l’invecchiamento

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02/10/2019
App e Robot per combattere l’invecchiamento
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Mostra Uomo Virtuale. Corpo, Mente, Cyborg
giovedì 3 ottobre 2019 - ore 18:00
Mastio della Cittadella - Via Cernaia 1, Torino

App e Robot per combattere l’invecchiamento
Alessandro Vercelli, professore di Anatomia umana del Dip. di Neuroscienze Rita Levi-Montalcini dell’Università di Torino
Direttore del NICO

È una delle problematiche più urgenti del XXI secolo, uno dei temi strategici su cui l’Unione europea investe e investirà nei prossimi decenni ingenti risorse. È l’invecchiamento, che si traduce in fragilità fisica, cognitiva, psicologica e sociale. La diagnosi precoce permette di ridurne gli effetti negativi, con notevoli risparmi sui costi sanitari:  l’UE stima che i servizi di teleassistenza possano ridurre di 12,5 milioni i giorni di ricovero ospedaliero e di oltre 40 Mln quelli di lungo-degenza.

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Nasce con queste premesse il progetto My-AHA - My Active and Healthy Ageing (il mio invecchiamento in attività e buona salute) che - grazie al finanziamento UE Horizon 2020 - sperimenta una piattaforma ICT in grado di rilevare precocemente il rischio di fragilità, tramite App e sensori - da indossare e non - e dati disponibili nell'ambiente di vita quotidiana (misure vitali, andatura e postura, qualità del sonno, umore, ecc.). Quando viene rilevato il rischio, my-AHA fornisce interventi mirati, anche questi basati sulle ICT, che motivino gli utenti a partecipare all’esercizio fisico e cognitivo, con giochi stimolanti e uso delle reti social, e programmi nutrizionali ad hoc: il fine è cambiare il comportamento a lungo termine, migliorando la qualità della vita nell’invecchiamento.

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Un obiettivo irrinunciabile, se si guarda - sempre per l’UE - all’aumento dell’aspettativa di vita e alle stime per il 2060, quando 1 europeo ogni 3 avrà più di 65 anni e per 2 persone attive ci sarà una persona anziana (ora la proporzione è 4:1). Con l’aumento vertiginoso dei costi di assistenza sarà sempre più difficile garantire una buona qualità di vita e le cure per tutti: da qui la necessità di reinventare i nostri sistemi di cura. La teleassistenza, i dispositivi medici collegati a sensori e non ultimi i robot sono i protagonisti di questa lenta rivoluzione. Ma con quali rischi etici e sociali? Ne parla Alessandro Vercelli (docente di Anatomia del Dip. di Neuroscienze UNITO – direttore del Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi di Orbassano) ospite della mostra Uomo Virtuale. Corpo, Mente, Cyborg (aperta fino al 13 ottobre al Mastio della Cittadella di Torino).  

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