Giornata mondiale della Salute mentale: uno studio sui marker per la diagnosi differenziale

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08/10/2021
Giornata mondiale della Salute mentale: uno studio sui marker per la diagnosi differenziale
credits: WHO World Healt Organization
Istituita nel 1992 dalla Federazione Mondiale per la Salute Mentale (WFMH), e riconosciuta dall’OMS, la giornata si celebra il 10 ottobre di ogni anno e promuove la difesa della salute mentale contro lo stigma sociale.

10 ottobre 2021
Giornata mondiale della Salute mentale 

450 milioni di persone nel mondo soffrono di un disturbo mentale o del comportamento, con un'incidenza del 10% dei disturbi dell’umore - compresi il disturbo depressivo maggiore e il disturbo bipolare. Queste patologie presentano sintomi in comune che ne complicano la diagnosi differenziale, importante per una corretta somministrazione di trattamenti farmacologici.

Il gruppo di Neurofisiologia del NICO studia - in collaborazione con i clinici del reparto di Psichiatria dell'Ospedale San Luigi - il ruolo della proteina GSK3 nei disturbi d’umore. L'obiettivo è capire se GSK3 può essere utilizzata come biomarcatore per identificare queste malattie.

I dati nel mondo

La salute mentale e i disturbi mentali in molte parti del mondo non vengono considerati in egual modo alla salute fisica, ma vengono in larga scala ignorati o trascurati. L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) riporta che oggi circa 450 milioni di persone soffrono di un disturbo mentale o di comportamento, ma pochi di questi ricevono assistenza adeguata.

In particolare, secondo il rapporto del Sistema Informativo per la Salute Mentale (SISM) in Italia gli assistiti psichiatrici seguiti da servizi specialistici nel corso del 2019 ammontano a circa 164,5 per 10.000 abitanti adulti, con maggioranza di pazienti di sesso femminile (54,3%) e sopra i 45 anni (68,7%).

Tra queste patologie mentali, i disturbi dell’umore - compresi il disturbo depressivo maggiore e il disturbo bipolare - hanno un’alta prevalenza nel mondo (circa 10%). Entrambe queste patologie presentano sintomi in comune che ne complicano la diagnosi differenziale, importante per una corretta somministrazione di trattamenti farmacologici.

Le terapie disponibili

A oggi gli antidepressivi disponibili, in particolare gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), richiedono un trattamento a lungo termine e hanno un'efficacia limitata (circa un terzo dei pazienti rispondono al primo farmaco prescritto, e fino a due terzi dopo prove multiple, che possono richiedere mesi o addirittura anni), mentre per il disturbo bipolare la terapia d’elezione predilige i Sali di litio.

Nonostante i sintomi e le caratteristiche comuni, il trattamento di queste due patologie non è intercambiabile: è quindi essenziale lo studio dei meccanismi molecolari alla base di depressione e disturbo bipolare per poterle identificare in modo corretto e sviluppare terapie con maggiore efficacia ed effetti più rapidi.

La ricerca al NICO

Il gruppo del NICO di Neurofisiologia delle malattie neurodegenerative, guidato dal prof. Filippo Tempia (al centro nella foto; a sinistra la dr.ssa Ilaria Balbo, a destra la dr.ssa Eriola Hoxha), lavora su questo fronte approfondendo il ruolo della proteina GSK3 nei disturbi d’umore
GSK3 è infatti un elemento fondamentale di una via di trasduzione che nel sistema nervoso centrale gioca un ruolo di primo piano nel controllo dell’eccitabilità neuronale e della trasmissione sinaptica.

L'ipotesi che GSK3 sia una molecola chiave coinvolta nei disturbi dell'umore è supportata da studi e da indagini sui meccanismi d'azione del litio, degli stabilizzatori dell'umore e dei farmaci antidepressivi. 

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Recenti studi su questa proteina condotti su un gruppo di pazienti con disturbo bipolare, hanno mostrato come - in confronto a pazienti sani - GSK3 fosse iperattiva in modo anomalo. Questa evidenza è supportata da studi su topi mutanti, in cui GSK3 è costitutivamente iperattiva, e hanno mostrato suscettibilità all’induzione di depressione da paradigmi comportamentali.
Nel progetto del Professor Tempia vengono uniti questi due mondi, la ricerca clinica e quella di base, per poter studiare in modo completo il ruolo di GSK3 nei circuiti che portano a questi disturbi dell’umore.

La collaborazione con il reparto di Psichiatria dell'Ospedale San Luigi Gonzaga

Grazie a una collaborazione con il team del dottor Giuseppe Maina, direttore del reparto di Psichiatria dell’Ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano (TO), vengono dosati i livelli di questa proteina nel sangue e si determina il suo stato di attivazione in pazienti con disturbo depressivo maggiore e bipolare a diversi step dall’inizio della terapia a loro somministrata: in questo modo è possibile capire se GSK3 può essere in futuro utilizzata come biomarcatore per identificare queste malattie.

In parallelo allo studio clinico, viene analizzato il meccanismo d’azione di questa proteina sui disturbi d’umore su un modello murino con un’iperattivazione di GSK3: una volta indotto uno stato depressivo, si verifica l’attività dei neuroni coinvolti nei circuiti delle regioni del cervello maggiormente coinvolte in queste patologie, come la corteccia prefrontale.

Questi risultati possono essere la base di uno studio clinico che valuti il potenziale terapeutico di una o più molecole convalidate nel modello animale. Questo sarebbe un grande passo avanti nel campo: si tratterebbe infatti della prima terapia direttamente indirizzata a un meccanismo di un disturbo dell'umore.

Per approfondire il tema della Salute mentale:

World Mental Health Day 2021
World Health Organization

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