Rare Disease Day: le ricerche del NICO dedicate alla malattia di Huntington

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28/02/2022
Rare Disease Day: le ricerche del NICO dedicate alla malattia di Huntington

28 febbraio 2022
Rare Disease Day

A oggi sono identificate oltre 6000 malattie rare, che nel 72% dei casi hanno una causa genetica. Qui al NICO ne studiamo diverse, tra cui la SMA, l'Atrofia muscolare spinale. Ma in questa occasione abbiamo scelto di parlarvi delle nostre ricerche dedicate a una patologia meno conosciuta, la malattia di Huntington.

La Malattia di Huntington

La malattia di Huntington è una patologia degenerativa genetica (la probabilità di ereditarla da un genitore malato è del 50%) molto severa che causa la progressiva e selettiva morte dei neuroni dello striato, una struttura nervosa posta sotto la corteccia cerebrale. Ha un esordio tra i 30 e i 50 anni con progressivo e fatale decorso fino a 20 anni di malattia. A livello clinico è caratterizzata da movimenti involontari patologici (da qui il nome “corea” di Huntington), gravi alterazioni del comportamento e un progressivo deterioramento cognitivo.

Studi recenti indicano un aumento dell’incidenza della malattia fino a 12,3 malati ogni 100.000 persone.
In Italia – dove la MH è inserita nell’elenco delle malattie rare dell’Istituto Superiore di Sanità - le persone malate ammontano a 6.000 casi circa con almeno altri 12.000 soggetti a rischio di presentare la malattia [va precisato che si tratta di stime basate su studi epidemiologici ormai datati. Fonte: HUNTINGTON ONLUS, rete italiana della malattia di Huntington].

A oggi sono disponibili solo terapie sintomatiche, che ne possono cioè controllare i sintomi, ma non esistono farmaci in grado di prevenire, bloccare o rallentare la progressione della malattia. Sono in corso diversi studi con l’obiettivo di agire a monte della malattia, cioè di bloccare la produzione e l’azione della proteina alla base della neurodegenerazione grazie alla terapia genica. Nonostante le aspettative siano alte e ci siano le migliori premesse, la terapia genica necessita di ulteriori e complessi studi prima di poter essere applicata ai malati. Inoltre, non potrà permettere il recupero dei  neuroni già perduti o fortemente danneggiati a causa dell’evoluzione della malattia.

La medicina rigenerativa: sostituire neuroni danneggiati grazie al trapianto di cellule staminali

Gli sforzi dei ricercatori sono concentrati sulla messa a punto di cure basate sulla sostituzione dei neuroni perduti con nuovi neuroni funzionanti. La possibilità di sostituire le cellule danneggiate e ricostruire i circuiti interrotti a partire dalle cellule staminali embrionali non è più così remota, tanto da essere in sperimentazione clinica per la malattia di Parkinson.

Il gruppo NICO di Fisiopatologia delle cellule staminali cerebrali guidato dalla prof.ssa Annalisa Buffo, nell’ambito del progetto europeo NSC-Reconstruct - Novel Strategies for Cell-based Neural Reconstruction (Horizon 2020), studia la maturazione e integrazione di neuroni striatali immaturi sani, derivati da cellule staminali embrionali umane, in un modello preclinico di malattia di Huntington con l’obiettivo di sostituire i neuroni morti dell’ospite.

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Le cellule trapiantate (cellule verdi) sono in grado di maturare ed integrarsi nello striato lesionato (in rosso una classe di neuroni maggiormente presenti nello striato).

Si tratta di studi molto complessi che coinvolgono anche la dott.ssa Roberta Schellino e la prof.ssa Marina Boido del gruppo NICO di Sviluppo e Patologia del Cervello. In collaborazione con il gruppo della prof.ssa Elena Cattaneo (Università di Milano), hanno di recente dimostrato che questi neuroni umani trapiantati sono in grado di maturare nel tessuto nervoso dell’ospite formando dei contatti con i neuroni preesistenti, processo che si associa a un miglioramento delle prestazioni motorie danneggiate dalla patologia.

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Immagine ottenuta al microscopio confocale: le cellule trapiantate (cellule verdi) sono in grado di connettersi con altre cellule del trapianto (cellule rosse e verdi) e con le cellule dell'ospite (cellule rosse) (in blu i nuclei di tutte le cellule).

Lo studio costituisce un passo importante nella ricerca preclinica sull’uso dei trapianti di derivati di cellule staminali per la cura della neurodegenerazione nella malattia di Huntington. I prossimi passi nella ricerca saranno comprendere l’estensione della ricostruzione delle connessioni perse e il ruolo specifico dell'attività dei neuroni trapiantati nel recupero delle funzioni motorie.

Questo studio ci insegnerà anche quanto il sistema nervoso maturo danneggiato sia disponibile a integrare funzionalmente dei nuovi elementi cellulari e quanto possano essere fedelmente riscostruiti circuiti complessi come quelli danneggiati nella malattia di Huntington.

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Le cellule umane trapiantate nello striato lesionato del ratto sono in grado di maturare e acquisire la morfologia tipica dei neuroni striatali maturi. 

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