Obesity Day: sotto accusa dieta e vita sedentaria, ma anche i fattori ambientali

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10/10/2021
Obesity Day: sotto accusa dieta e vita sedentaria, ma anche i fattori ambientali
credits: Obesity Day, ADI

La Fondazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica ADI promuove ogni anno dal 2001 una giornata nazionale di sensibilizzazione nei confronti dell’Obesità. L’obiettivo è orientare in modo corretto l’attenzione dei mass-media, dell’opinione pubblica e anche di chi opera in sanità, da una visione estetica a una salutistica dell’Obesità.

10 ottobre 2021
Obesity Day

Quasi 2 miliardi di adulti nel mondo sono sovrappeso, tra questi oltre 650 milioni sono obesi: sono i dati allarmanti raccolti dall'OMS nel 2016. La prima causa di obesità è lo squilibrio energetico tra calorie ingerite e consumate: i responsabili sono sicuramente i cibi con eccessivo apporto calorico e una vita sedentaria.
Ma negli ultimi anni la ricerca indica che i responsabili non sono solo la dieta e le abitudini di vita. Come per altre patologie complesse possono infatti essere implicate anche altre cause, come i fattori ambientali: entrano in gioco qui gli Interferenti endocrini, sostanze di origine naturale o industriale a cui siamo esposti quotidianamente e che possono alterare il nostro sistema endocrino.  
Gli studi del gruppo NICO di Neuroendocrinologia dimostrano che l'esposizione ai più diffusi MDCs (bisfenolo A, BPA; dietilstilbestrolo, DES; tributiltina, TBT) alterando i circuiti che presiedono al controllo dell’assunzione del cibo, mettendo in luce così la loro pericolosità e possibile coinvolgimento in malattie metaboliche come l’obesità.

Obesità e sovrappeso: che cosa sono?

Essere in sovrappeso o obesi vuol dire accumulare in maniera anomala o eccessiva il grasso, una condizione che può compromettere pericolosamente la salute. Per classificare il sovrappeso e l'obesità viene utilizzato l'indice di massa corporea (BMI), che è definito come il peso di una persona espresso in chilogrammi diviso per il quadrato della sua altezza in metri (kg/m2).

Per gli adulti l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce una persona in sovrappeso quando questa ha un BMI maggiore o uguale a 25, e obesa quando il BMI è maggiore o uguale a 30. Per i bambini il discorso è un po’ diverso perché bisogna anche considerare l'età.

Nel 2016, l’ultimo anno in cui l’OMS ha raccolto i dati a livello globale, più di 1,9 miliardi di adulti di età pari o superiore a 18 anni erano in sovrappeso. Di questi oltre 650 milioni erano obesi. Complessivamente, nel 2016 circa il 13% della popolazione adulta mondiale (11% degli uomini e 15% delle donne) era obeso. Nel 2019, si stima che 38,2 milioni di bambini di età inferiore ai 5 anni fossero in sovrappeso o obesi. Sono dati davvero allarmanti.

Un tempo considerato un problema dei paesi ad alto reddito, il sovrappeso e l'obesità sono ora in aumento nei paesi a basso e medio reddito, in particolare negli ambienti urbani. La prevalenza di sovrappeso e obesità tra i bambini e gli adolescenti di età compresa tra 5 e 19 anni è aumentata drammaticamente da appena il 4% nel 1975 a poco più del 18% nel 2016.

A livello globale ci sono più persone obese che sottopeso – questo si verifica in ogni regione della Terra eccetto alcune parti dell'Africa subsahariana e dell'Asia.

Quali sono le cause dell'obesità e del sovrappeso?

La causa fondamentale dell'obesità e del sovrappeso è uno squilibrio energetico tra calorie consumate e calorie ingerite. A determinare questo squilibrio contribuiscono sicuramente un maggiore apporto di cibi ad alto contenuto energetico e con un alto contenuto di grassi e zuccheri e un aumento dell'inattività fisica dovuto alla natura sempre più sedentaria di molte forme di lavoro, al cambiamento delle modalità di trasporto e all'aumento dell'urbanizzazione.

Le conseguenze sulla salute del sovrappeso e dell'obesità

L'aumento del BMI è un importante fattore di rischio per malattie cardiovascolari (principalmente malattie cardiache e ictus), diabete, e alcuni tipi di cancro. L'obesità infantile è associata a una maggiore probabilità di obesità, morte prematura e disabilità in età adulta. Ma oltre a maggiori rischi futuri, i bambini obesi sperimentano difficoltà respiratorie, aumento del rischio di fratture, ipertensione, marker precoci di malattie cardiovascolari, insulino-resistenza ed effetti psicologici.

La ricerca al NICO

Molti ricercatori sono convinti che l’aumento quasi esplosivo dell’obesità non sia da attribuire solo alle abitudini di vita e alla dieta. Come per altre patologie complesse possono infatti essere implicate anche altre cause, come i fattori ambientali.

Il gruppo NICO di Neuroendocrinologia guidato dal prof. Giancarlo Panzica si occupa da anni dello studio degli interferenti endocrini: sostanze chimiche di origine naturale o industriale a cui siamo esposti quotidianamente e che possono alterare il nostro sistema endocrino (qui di seguito alcuni link per approfondire).

Tributiltina-confermato-l-effetto-sul-controllo-centrale-del-metabolismo

 

Cell Tissue Research, 4 agosto 2018
Tributiltina: confermato l’effetto sul controllo centrale del metabolismo

Interferenti-endocrini-buone-notizie-da-Bruxelles

26 ottobre 2020
Interferenti endocrini: buone notizie da Bruxelles

Gli MDCs, i distruttori metabolici: uno studio sull'esposizione cronica

Di recente, insieme ad altri gruppi specializzati su questo filone di ricerca, i nostri ricercatori hanno rinominato alcune di queste sostanze come “distruttori metabolici”(metabolism-disrupting chemicals, MDCs) perché di fatto sono in grado di promuovere cambiamenti tali nel metabolismo da poter indurre obesità, diabete tipo 2 e steatosi (fegato grasso).

I bersagli principali di queste sostanze sono, a livello periferico, i depositi di tessuto adiposo e il fegato; alcuni MDCs sono in grado di influenzare la digestione e il metabolismo, alterando il trasporto intestinale, la secrezione di ormoni digestivi e il microbiota intestinale.

In uno studio pubblicato a giugno su Metabolites [ Hypothalamic Expression of Neuropeptide Y (NPY) and Pro-OpioMelanoCortin (POMC) in Adult Male Mice Is Affected by Chronic Exposure to Endocrine Disruptors ] Marilena Marraudino e Stefano Gotti (prima e ultima firma tra gli autori) hanno analizzato in un modello animale che cosa succede esponendo cronicamente dei topi adulti a diverse dosi di alcuni dei più diffusi MDCs (bisfenolo A, BPA; dietilstilbestrolo, DES; tributiltina, TBT).

La ricerca si è focalizzata sull’ipotalamo, una piccola area dell’encefalo dove sono presenti due sistemi antagonisti coinvolti nel controllo dell’assunzione del cibo: il sistema a NPY (che fa aumentare la quantità di cibo ingerita e diminuire il dispendio energetico) e il sistema a POMC (che fa diminuire la quantità di cibo ingerita e aumentare il dispendio energetico).

I risultati dello studio indicano che l’esposizione cronica a queste sostanze altera entrambi i sistemi in diversi nuclei dell’ipotalamo, dimostrando quindi un effetto degli MDCs non solo a livello periferico (depositi di tessuto adiposo, aumento del peso) ma anche direttamente a livello “centrale” (nel Sistema Nervoso), alterando i circuiti che presiedono al controllo dell’assunzione del cibo e mettendo in luce così la loro pericolosità e possibile coinvolgimento nelle malattie metaboliche come l’obesità.

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