Giornata mondiale della SLA: i nostri studi su stress e stili di vita

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21/06/2024
Giornata mondiale della SLA: i nostri studi su stress e stili di vita

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Giornata mondiale della SLA 
Stress e stile di vita tra le possibili cause? 

La Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) è una malattia neurodegenerativa, che colpisce i motoneuroni (le cellule che trasmettono gli impulsi motori ai muscoli scheletrici) determinando progressiva atrofia muscolare e paralisi. In Italia si stimano almeno 3.500 malati e 1.000 nuovi casi ogni anno. Fattori genetici e ambientali contribuiscono al suo esordio: poiché le cause non sono ancora state completamente chiarite e la malattia si presenta come multifattoriale, a oggi non esiste ancora una cura.

Stile di vita e stress: l'impatto sul sistema nervoso 

Il gruppo Sviluppo e patologia del cervello, guidato dal Prof. Vercelli al NICO, sta studiando se lo stile di vita possa contribuire alla patogenesi della Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), eventualmente anticipandone l’esordio e accelerandone la progressione in soggetti già predisposti.

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Lo stress fisico e/o sociale a cui siamo sottoposti ogni giorno può rappresentare un grave problema per la salute, tanto più in persone che potrebbero sviluppare la malattia.

È noto che nel Sistema Nervoso Centrale un'esposizione prolungata allo stress sia in grado di innescare tutta una serie di risposte cellulari, tra cui neuroinfiammazione, alterazioni dell’attività dei mitocondri (le centraline energetiche dei nostri neuroni) e morte cellulare: si tratta di meccanismi che caratterizzano tipicamente il decorso della SLA e che possono quindi essere esacerbati da uno stile di vita sbagliato.

Lo stress può anche causare modifiche molecolari e genetiche a carico dei neuroni e/o delle cellule che li supportano, ma a oggi non è nota una precisa correlazione con l’esordio/progressione della SLA.

Chiarire questa correlazione è l'obiettivo del progetto di dottorato della dott.ssa Daniela Maria Rasà, PhD student nel Dottorato Nazionale “Sustainable Development and Climate Change”.

I dati preliminari dello studio coordinato dalla prof.ssa Marina Boido - ottenuti da osservazioni in vitro in cellule che mimano la patologia e che vengono “stressate” - sono già stati presentati nell’ambito di diversi congressi, tra cui il Meeting Nazionale dei Dottorandi in Neuroscienze, la II edizione del Workshop “Motor Neuron Diseases: understanding the pathogenetic mechanisms to develop therapies” e il 95° Congresso Nazionale della Società Italiana di Biologia Sperimentale.

I risultati ottenuti potranno dare indicazioni importanti su come lo stile di vita (un argomento caro al gruppo di ricerca) possa eventualmente influenzare non solo la patologia specifica, ma anche molte altre malattie neurodegenerative e neuropsichiatriche.

Il gruppo di ricerca guidato dal prof. Vercelli sta infatti studiano anche gli effetti benefici del vivere nel verde e in particolare delle sostanze volatili rilasciate dalla piante che possono agire positivamente sui sistemi cardiocircolatorio, immunitario e nervoso.

guarda il video del talk:
La foresta come fonte di benessere olistico

La terapia cellulare

Un secondo progetto è incentrato sulla terapia cellulare, da anni studiata del gruppo come possibile approccio per rallentare la progressione della malattia. In collaborazione con il prof. Angelo Luigi Vescovi (IRCCS Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza) e il supporto della Fondazione Revert stiamo conducendo alcuni studi per verificare l’efficacia di una terapia sostitutiva, che prevede il trapianto di cellule staminali neurali umane, trapiantate in situ o nel liquor, al fine di permetterne l’integrazione nei circuiti nervosi persi e rallentare così la progressione dei sintomi.

La forza della nostra attività risiede nel condurre i nostri studi con un approccio multidisciplinare. Affianchiamo infatti la ricerca di base (volta a capire i meccanismi di funzionamento e riparazione del sistema nervoso) alla ricerca applicata (per tradurre le conoscenze di base in approcci terapeutici), in stretta collaborazione con i clinici, quale valore aggiunto ai nostri studi.

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